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                Unione Italiana Ornitofili 
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                Allevare per salvare (26/04/07) 
             
                “Allevare per salvare” è 
                uno slogan che da ormai una ventina di anni viene 
                periodicamente proposto all’opinione pubblica dal mondo, 
                vasto e complesso, dell’ornitofilia italiana. Il 
                messaggio è semplice, conciso ma chiaro: 
                l’allevamento non è solo un hobby divertente ma 
                anche un importante mezzo di conservazione di molte specie di 
                uccelli in pericolo di estinzione in natura. 
             
                L’ornitofilia moderna, infatti, deve 
                inevitabilmente occuparsi, anche per dovere morale, di 
                allevamento a scopo di studio ed eventuale reintroduzione in 
                natura degli animali prodotti. 
             
                Attualmente sono in corso, in tutto il 
                mondo, una trentina di progetti di reintroduzione di uccelli 
                oggetto di allevamento. Basti pensare ai più conosciuti, 
                come quelli che riguardano l’Ara di Spix e l’Ara 
                macao, il “Red Siskin Projet” per il Cardellino 
                rosso del Venezuela o il “Proyecto de reintroduction de 
                la guacamaya verde”, cioè l’Ara militaris. 
             
                Tutte queste iniziative sono portate avanti 
                da gruppi di allevatori o da centri di riproduzione gestiti da 
                allevatori, con il supporto tecnico-scientifico di istituti 
                universitari ed associazioni ambientaliste. Alcuni di questi 
                progetti sono già in fase avanzata ed hanno ottenuto 
                risultati incoraggianti. 
             
                Per essere chiari fino in fondo: con questi 
                (ed altri) progetti gli allevatori sono di fatto gli artefici 
                della protezione delle specie ornitiche, allevando soggetti che 
                poi sono immessi in natura.  
             
                Gli ornitofili italiani sono indietro in 
                questo campo.  
             
                Non sono certo aiutati dalle leggi, 
                farraginose, poco chiare, che spesso trattano di protezione ed 
                allevamento degli animali in modo improprio, a volte 
                addirittura penalizzante. Esiste inoltre una parte, esigua ma 
                rumorosa, dell’opinione pubblica che, senza ben conoscere 
                l’argomento e con un’animosità eccessiva, 
                dà un giudizio totalmente negativo 
                sull’allevamento degli animali.  
             
                A tutto questo si sta cercando di porre 
                rimedio, con una corretta informazione, la buona volontà 
                e grazie anche alle trasformazioni stesse della società. 
                
             
                Gli allevatori italiani devono però 
                necessariamente contribuire a questi importanti cambiamenti: 
                “guardando” in se stessi, cercando di capire 
                compiutamente le ragioni che li spingono a dividere il loro 
                tempo e la loro vita con tanti piccoli amici alati, 
                distinguendo tra le diverse forme di allevamento, non tutte 
                condivisibili ed in parte anzi censurabili.  
             
                In altre parole, gli allevatori devono 
                crescere, diventando per davvero protagonisti indiscussi della 
                protezione della natura e dell’ambiente. E tutto questo 
                senza snaturare il proprio hobby, senza disconoscerne le 
                origini e gli scopi, rivendicando con orgoglio il senso stesso 
                ed il valore etico dell’allevamento nella società. 
                
             
                            
                                  
                                  
                                  
                            Massimo Camerata 
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