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                Unione Italiana Ornitofili 
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                Gli Arricciati, Darwin e la selezione 
                (11/06/07) 
             
                Com’è noto i primi canarini 
                arricciati apparvero in Olanda, intorno alla metà del 
                XVII° secolo. Si trattava di soggetti più grandi del 
                normale, con una posizione leggermente piegata sul posatoio e, 
                carattere peculiare, presentavano alcune piume arricciate sul 
                petto. Furono chiamati “Trombettieri”, perché con le loro piume 
                arricciate ricordavano l’uniforme dei Trombettieri del 
                Re. 
             
                Il carattere fu “fissato” dagli 
                allevatori, mediante incroci e con la selezione. Le penne 
                arricciate divennero più lunghe e presenti in altre 
                parti del corpo. Finalmente, passato all’incirca un 
                secolo, verso la fine del ‘700 il canarino arricciato era 
                nato. 
             
                La storia di questi canarini 
                continuò poi in modo sempre più esaltante. 
                Già cinquant’anni dopo esemplari arricciati erano 
                normalmente allevati in tutto il Nord Europa, ed in particolare 
                nei Paesi Bassi ed in Francia. Per lungo tempo, e fin quasi ai 
                giorni nostri, questi canarini furono denominati “Olandesi”, sia 
                perché il capostipite di tutti i soggetti arricciati era 
                apparso in Olanda, sia perché le arricciature dei 
                fianchi somigliavano, per forma e posizione, alle cuffie delle 
                contadine olandesi. 
             
                La selezione dei canarini arricciati, 
                però, procedette per tentativi, con momenti di grande 
                confusione, nei quali nuovi soggetti apparivano, per poi 
                sparire poco dopo, soppiantati da altri che magari riuscivano a 
                colpire di più il gusto degli appassionanti del momento. 
                 
             
                Ecco allora tutta una serie di tentativi di 
                “fissazione” di nuove caratteristiche, che partendo 
                dai primi “Trombettieri” avrebbero poi condotto fino agli attuali 
                Arricciati. 
             
                Apparvero allora soggetti dalle 
                arricciature incomplete o eccessive, con il portamento “a 
                rana” o “a sette”, dai nomi fantasiosi o che 
                richiamavano la città nella quale maggiore era 
                l’allevamento: Frisé 
                hollandais, Frisé bossu, Frisé de Roubaix, Frisé Lillois, Frisé 
                Brabancon, Frisé jambe des chenilles e Frisé 
                culottè, fino agli attuali, e 
                speriamo definitivi, Arricciato di Parigi, del Nord e del Sud. 
             
                Anche gli italiani hanno detto la loro in 
                questa per altro indispensabile confusione selettiva. Il Milanbianco (Gobbuto, 
                Gigante e Leggero), ora divenuto Arricciato di Parigi di 
                Colore, e il Gibber Italicus, prima chiamato Cerlino e Larianello, sono esempi 
                calzanti. 
             
                Tutto questo preambolo solo per accennare 
                alle tante difficoltà che, inevitabilmente, la selezione 
                di una razza comporta. Lo scopo fondamentale di qualsiasi 
                programma selettivo è quello di migliorare una 
                popolazione animale rispetto a determinate caratteristiche. Nel 
                caso degli uccelli domestici ornamentali, ovviamente, ci si 
                riferisce a caratteri morfologici e non, per esempio, alla 
                produttività di uova o di carne, come per i polli. 
                Naturalmente, sono suscettibili di miglioramento da una 
                generazione alla successiva esclusivamente quei caratteri la 
                cui variabilità ha una base genetica. 
             
                Darwin, per parlare della selezione 
                naturale, forza creatrice al servizio dell’evoluzione, 
                aveva preso come esempio proprio gli allevatori, e, tra questi, 
                anche quelli che allevavano canarini (i Bossu, razza in voga 
                allora e che già stupiva per la sua 
                “stranezza”). Quello che gli allevatori ottenevano 
                dopo poche generazioni non è niente, affermava Darwin, 
                rispetto a quello che la natura in milioni di anni poteva 
                ottenere con la selezione naturale. 
             
                Vero, ovviamente, ma noi modesti allevatori 
                di canarini ci accontentiamo anche così! 
             
                            
                                  
                                  
                                  
                            Massimo Camerata 
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