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                Unione Italiana Ornitofili 
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                A San Benedetto nessuna rondine sotto il 
                tetto… (12/04/06) 
             
                I proverbi, si dice, sono la saggezza dei 
                popoli. Probabilmente non è vero ma è almeno 
                verosimile che siano la “traduzione” in brevi rime 
                del sentire popolare, l’interpretazione comune del 
                divenire delle cose nel tempo e secondo natura.  
             
                Ora neanche più ai proverbi si 
                può credere. A dispetto del vecchio adagio, infatti, a 
                San Benedetto, 21 di marzo e primo giorno di primavera, sono 
                sempre meno le rondini che tornano "sotto il tetto".  
                
             
                L'allarme è stato lanciato 
                già da alcuni anni da etologi e ambientalisti. In tutta 
                Europa questi uccelli migratori, da sempre simbolo della bella 
                stagione in arrivo, sono in preoccupante calo. Secondo BirdLife 
                International, la popolazione europea di rondini si è 
                ridotta del 40% tra il 1970 ed il 1990. Le cause sono 
                soprattutto i pesticidi e gli insetticidi utilizzati in 
                agricoltura e le costruzioni moderne inadatte alla 
                nidificazione. Un’altra delle cause di questa drastica 
                diminuzione è anche la distruzione dei nidi. Le rondini 
                sono animali molto abitudinari che tornano sempre nello stesso 
                nido per deporre le uova. Se non lo trovano più 
                c'è il rischio che continuino a vagare senza meta e che 
                la coppia di uccelli si divida. 
             
                Quest’anno, ormai quasi ad un mese di 
                distanza dal giorno dedicato al Santo di Norcia, ancora nessuna 
                rondine, balestruccio (che di solito è il primo a 
                solcare i nostri cieli primaverili) o rondone sono “sotto 
                i nostri tetti”. Il fatto è veramente 
                preoccupante. Dipenderà forse da questo strano clima, 
                che di primaverile ha ben poco, ma un ritardo di tale portata 
                fa veramente pensare. 
             
                Inoltre, non bastassero clima, pesticidi e 
                nidi mancanti anche la paura eccessiva per l’epidemia di 
                influenza aviaria ha finito per coinvolgere le rondini. Proprio 
                per tale motivo la LIPU con un comunicato dello scorso 10 
                marzo, rivolto in particolare agli agricoltori, ricorda che le 
                rondini non trasmettono il virus dell’aviaria e che 
                pertanto non devono essere allontanate né i loro nidi 
                distrutti. 
             
                I dati sulla riduzione delle popolazioni di 
                rondini in Italia trovano un’ulteriore, piccola conferma 
                da uno studio sul campo svolto dal Gruppo Ornitologico 
                Valconca, un’associazione molto attiva ed intraprendente 
                che aderisce alla nostra federazione. Tale studio, iniziato nel 
                1997 e denominato “Progetto hirundo”, riguarda le 
                popolazioni di Irundinidi che nidificano nelle stalle delle 
                fattorie del Montefeltro, una vasta regione storico-geografica 
                a cavallo tra Marche, Romagna e Toscana, con 
                un’importante valenza naturalistica. Con la ricerca, 
                oltre a quantificare il numero di nidi e di pulli involati 
                annualmente, si è voluto monitorare lo stato attuale 
                delle specie, osservandone, anno dopo anno, aumento o 
                decremento dei flussi migratori. Il lavoro, non ancora 
                concluso, sta però già fornendo dati preoccupanti:
                 calano gli uccelli che migrano annualmente, calano, e di 
                molto, i nidi e quindi inevitabilmente anche le nascite sono 
                drasticamente ridotte. 
             
                Una brutta storia questa delle rondini. Se 
                vogliamo continuare a vederle volare nei nostri cieli è 
                necessario intervenire seriamente e senza indugi. In tempi 
                brevi poco si può fare sul clima, che noi uomini stiamo 
                negativamente modificando, forse irreversibilmente, ma una 
                drastica riduzione dell’uso dei pesticidi in agricoltura 
                e il mantenimento dei nidi nelle nostre stalle e sotto le 
                grondaie di tante case cittadine sono cose assolutamente 
                realizzabili.  
             
                Per intanto io torno a scrutare il cielo, 
                aspettando con ansia, trepidazione ed una certa angoscia il 
                volo della prima rondine di questa strana primavera italiana. 
             
                            
                                  
                                  
                                  
                             Massimo 
                Camerata 
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