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Unione Italiana Ornitofili
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NEWS UIO Agosto 2015
Massachussets, protesi stampata in 3d per un pollo
Una protesi della zampa stampata in 3D, del costo di ben 2.500 dollari,
destinata a un fortunato pollo del Massachusetts: si chiama Cicely e i suoi
proprietari, i signori Martin, titolari di un ranch chiamato Black Thistle
Farm, l
’avevano portato in visita alla Cummings School of Veterinary Medicine della
Tufts University la settimana scorsa: il responso era stato o una protesi o l
’eutanasia. Hanno scelto la prima opzione, senza pensarci un attimo. Il motivo è semplice. L’azienda agricola di Martin, che si trova a Clinton, a circa 70 chilometri ad
ovest di Boston,
è specializzata nella riabilitazione di polli e galline e questa non è la prima volta che i suoi titolari hanno compiuto gesti così generosi nei confronti degli animali: una delle galline del ranch l’anno scorso ha subito un’isterectomia che è costata 3.000 dollari. “Ogni volta che si fa un intervento chirurgico su un uccello, è un rischio”, ha detto Andrea Martin. “Ma io sono ottimista. Penso che questo renderà Cicely molto felice. Ne varrà la pena”. Quando Cicely andrà in sala operatoria, domani - riportano i media locali - il dottor Emi Knafo gli
amputer
à prima la zampa destra. Eseguirà poi una Tac sulla sinistra, da utilizzare per stampare una protesi in 3D. Il
pollo dovr
à poi stare a riposo per due settimane, prima di tornare alla clinica della Tufts
per l
’applicazione della protesi. Interventi simili sono stati effettuati su altre
creature, ma Knafo
è convinto sia la prima volta per un pollo. Martin spera di scrivere un libro per
bambini su questa esperienza, una volta che Cicely sar
à guarito. “E’ una storia che deve essere raccontata”, ha concluso.
Modena, gheppio incastrato nella griglia di un’auto: salvo
Insospettito dagli strani rumori provenienti dal motore dell’auto, appena parcheggiata sotto casa, nella zona di Modena est, un automobilista
ha scoperto con sorpresa un rapace, un gheppio, incastrato nella griglia
anteriore del veicolo. Ha chiamato i volontari del Centro Fauna Selvatica Il
Pettirosso che hanno liberato l
’animale, che ora è accudito nella sede del Centro prima di essere liberato, viste anche le sue
buone condizioni di salute. Probabilmente era rimasto incastrato per un impatto
con l
’automobile.
Galapagos, buone notizie dai pinguini
Galapagos: negli ultimi 30 anni la popolazione di pinguini endemici di quest’area è raddoppiata, superando nel 2014 i 1.000 esemplari. Lo sostiene uno studio
pubblicato sulla rivista
Geophysical research Letters, che attribuisce la crescita del numero di questi uccelli ai cambiamenti nei
venti alisei e nelle correnti oceaniche causati dai cambiamenti climatici e
variabilit
à naturale. I pinguini delle Galapagos vivono in una ‘piscina’ di acqua fredda che si forma tra le isole più occidentali dell’arcipelago, Isabela e Fernandina. Secondo gli studiosi i cambiamenti nelle
correnti oceaniche hanno ampliato la dimensione di questa piscina di acqua
fredda estendendola verso nord. L
’acqua fredda, ricca di nutrienti, ha aumentato la presenza di alghe e pesci, con
conseguenti benefici per i pinguini. Lo studio non esclude che il cambiamento
climatico possa modificare ulteriormente i venti e le correnti, espandendo l
’area di acqua fredda ancora più a nord e favorendo di conseguenza i pinguini. Ma i venti e le correnti,
sottolineano gli scienziati, potrebbero tornare alle condizioni precedenti,
portando ad un calo di questi uccelli. Negli anni Ottanta il numero di Pinguini
delle Galapagos, considerata la specie di pinguino pi
ù rara al mondo, era calato drasticamente per le temperature insolitamente calde
causate da El Nino e per l
’introduzione nelle isole di cani, gatti e ratti. Nel 2000 erano stati inseriti
nella lista di specie in via di estinzione.
Voleva vendere una ghiandaia marina in cattività, liberata dal Wwf
«Vendo ghiandaia marina». È partito da questo insolito annuncio pubblicato sul web l’indagine del Wwf di Caserta per identificare il venditore di un uccello di una
specie particolarmente protetta (
Coracias garrulus il nome scientifico). L’uomo è stato attirato in una trappola presso un centro commerciale del posto dove i
volontari hanno proceduto al sequestro dell
’animale che è stato subito trasferito al CRAS del Frullone di Napoli. Dopo i primi controlli,
l
’uccello è stato portato in una voliera nell’oasi del Wwf di Persano (Salerno) dove, dopo un periodo di ambientamento, è stato rimesso in libertà e potrà volare verso l’Africa tropicale. «Non sapevo si trattasse di una specie protetta» si è difeso l’uomo, che ha raccontato di aver recuperato l’uccello durante una battuta di pesca e che lo avrebbe peraltro ceduto per una
cifra irrisoria. Ma per fortuna i vari annunci vengono monitorati alla ricerca
di situazioni come questa.
La Spezia, gufo reale morto sotto il sole: era legato a una corda
Lasciato morire al caldo, con la corda che il proprietario gli aveva legato alla
zampa per legarlo ad una recinzione, impossibilitato a muoversi.
È morto così un esemplare di gufo reale, specie protetta dalla Convenzione di Washington e
dalla direttiva comunitaria. L
’episodio, a Beverino, nello spezzino. A fare la scoperta sono stati i forestali
della caserma di Follo: quando sono arrivati, allertati da alcuni vicini di
casa, per il volatile non c
’era più nulla da fare, morto di stenti. Secondo la ricostruzione della Forestale, il
gufo era legato ad una zampa, con una corda di circa un metro, affinch
é non fuggisse dal rifugio in legno in cui era custodito dal proprietario. Ed è stata proprio la corda, attorcigliandosi intorno alla recinzione, a determinare
la morte dell
’animale, esposto per ore al sole senza più potersi alimentare e bere. Il proprietario è stato denunciato per maltrattamenti e uccisione di animali.
In Australia pappagallo notturno catturato e monitorato
Per oltre un secolo lo si è creduto estinto, e invece ora - dopo le prime testimonianze di due anni fa -
del pappagallo notturno c
’è una nuova prova visiva: per la prima volta dal 1890 un esemplare vivo è stato catturato da alcuni ricercatori e dotato di sensore per essere monitorato
nell
’ambito di un progetto di ricerca. Ne pubblica un video l’edizione online del Guardian. Nel 2013 il naturalista John Young aveva annunciato di aver scattato alcune
foto sfocate del pappagallo notturno dopo circa un decennio trascorso nel
Queensland ad esplorare il
“bush” (ogni tipo di terreno che in Australia non è coltivato né edificato), tra grotte e cespugli di spinifex. “Si tratta di uno degli uccelli più misteriosi - si legge sul sito dell’organizzazione Bush Heritage Australia -, descritto pochissime volte. C’è ancora tanto che non sappiamo”. Il pappagallo notturno ha piume verdi e oro e ha un comportamento decisamente
elusivo. Dopo 18 mesi di ricerca, all
’inizio di aprile l’ornitologo Steve Murphy, riporta il giornale britannico, è riuscito a catturarne uno. Dall’esemplare sono stati prelevati campioni di piume, mentre a una zampa è stato posizionato un piccolo sensore con una batteria della durata di 21 giorni
per cercare di capire qualcosa di pi
ù del comportamento di questa specie. L’uccello monitorato ha percorso 8 chilometri alla ricerca di cibo ogni notte, ma è rimasto nello stesso “nido”.
Sequestrato un canile nel comasco con 24 tra pappagalli, tartarughe, volpi e
gatti
Il personale del Comandi Stazione di Appiano Gentile, Como e Carlazzo insieme al
Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Como, su delega della
Procura della Repubblica di Como, ha provveduto a sequestrare un canile adibito
a pensione per animali domestici privo dei minimi requisiti igienico-sanitari e
24 animali di varie specie. In particolare sei gatti erano detenuti in
condizioni incompatibili con la loro natura, tre pappagalli e 14 tartarughe
terrestri,
testudo hermanni e trachemys scripta, tutelate dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle
specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES), erano prive della
idonea certificazione e una volpe, animale classificato per legge pericoloso,
sprovvisto dell
’apposita autorizzazione per la detenzione. I gatti sono stati affidati alla LAV
di Saronno mentre gli altri animali sono rimasti in custodia giudiziaria presso
la stessa struttura. La struttura, di Locate Varesino (CO), costituita da 40
strutture tra box per cani, box per gatti nonch
é un container utilizzato per ospitare i felini, nonostante fosse convenzionata
con alcuni Comuni della zona
è risultata inadatta ad ospitare gli animali e anche senza le idonee concessioni
edilizie.
Nel corso della perquisizione sono state rinvenute, inoltre, numerose confezioni
di farmaci ad uso veterinario, in parte scaduti e in parte privi delle
prescrizioni mediche, tra cui alcuni medicinali ad uso esclusivamente riservato
a personale medico.
Al Parco Natura viva di Bussolengo nasce la più grande voliera per pappagalli Ara
Lungo tutti i quattrocento metri quadrati della boscaglia il verde intenso è interrotto qua e là solo dalle macchie brillanti dei piumaggi azzurro, giallo e rosso. Non siamo in
Amazzonia ma al Parco Natura Viva di Bussolengo, dove si
è appena conclusa l’inaugurazione della più grande voliera d’Italia dedicata a quattro specie di pappagalli sudamericani appartenenti al
genere Ara. Sono stati mantenuti e sfrondati gli alberi gi
à presenti per permettere agli animali di arrampicarsi e nascondersi fra le
fronde, mentre i tronchi aggiunti nel sottobosco funzionano da posatoio a
terra. Si tratta del primo passo compiuto dal progetto
“Amazonas, la foresta degli Ara”, che prevede di riunire le specie Ara chloropterus, Ara ararauna, Ara macao e
Ara militaris in un
’unica grande struttura, per soddisfare la loro natura spiccatamente sociale e la
necessit
à di vivere in gruppo. “Sono tutte e quattro specie inserite nella Lista Rossa della IUCN e oltre a
soffrire in natura della degradazione dell
’habitat naturale - sottolinea Caterina Spiezio, responsabile Ricerca e
Conservazione del Parco Natura Viva
– la loro vistosa bellezza le rende oggetto di un commercio indiscriminato che le
costringe a vivere isolate in ambienti domestici, anche dopo una cattura
direttamente dall
’ambiente naturale.” E infatti, la nuova casa degli Ara avrà un significato particolare soprattutto per due dei pappagalli che
traslocheranno: nel 2012 arriv
ò dalla Spagna una coppia di Ara militaris, proprio in seguito ad un sequestro
per detenzione illegale da parte di privati.
“Quando arrivarono, i due esemplari presentavano problemi importanti,
comportamentali e fisici soprattutto alle zampe. Abbiamo lavorato duro per
riportarli a vivere serenamente con i loro simili
”, ricorda Caterina Spiezio. Ma il progetto “Amazonas, la foresta degli Ara” non finisce qui. Non appena sarà possibile, il Parco Natura Viva inizierà a lavorare alla fase due: una seconda grande voliera, nella quale ospitare solo
una coppia di Ara ambiguus, un
’altra specie di Ara, che in natura rimane con 2.500 esemplari. Per loro sarà necessario un programma di conservazione ad hoc.
I tre cicognini nati a Riccione cominciano a volare
Dopo la nascita di tre cicognini a inizio luglio dal maschio Hula e mamma Hoop
al Parco Oltremare di Riccione, ora l
’attrazione sono le prove di volo dei piccoli. Le loro ali si sono rinforzate e
hanno provato a scendere dal nido, costruito dalla coppia di cicogne in cima a
un palo di 30 metri. Prossima tappa, forse, la migrazione. Entrambi classe
2010, mamma Hoop
è nata in Svizzera ed è stata in Africa ma papà Hula, cresciuto a Oltremare, non ha mai fatto una migrazione.
Roma, ali tagliate ai pappagalli per elemosinare in via del Lavatore
Tornano in via del Lavatore i pappagallini, uno con le piume verdi, l’altro azzurre, spiccicati a quelli sequestrati qualche giorno fa dalle guardie
zoofile dell
’Oipa (in centro e in via del Lavatore) a una nomade che usava gli uccellini per
intenerire i turisti e scucirgli qualche soldo. Un euro o cinquanta centesimi
sono sufficienti per una foto in compagnia dei simatici pappagallini ai quali
vengono tagliate, o peggio strappate, le penne primarie e remiganti secondarie,
per evitare che possano volare. Una pratica barbara che viene sistematicamente
praticata da chi usa questi volatili per chiedere l
’elemosina, fingendo di aver ammaestrato i pappagalli, ma che ammaestrati non
sono.
In Spagna chieste misure contro folgorazione cicogne
Diversi gruppi ecologisti spagnoli hanno chiesto al governo una modifica delle
piattaforme dell
’alta tensione dopo che negli ultimi giorni almeno 26 cicogne sono state trovate
morte per folgorazione nel Delta dell
’Ebro. Secondo Publico la folgorazione a causa del contatto con i cavi dell’alta tensione è diventata la principale causa di mortalità per diverse specie di grandi uccelli, che utilizzano le torri dell’alta tensione come luoghi di riposo durante i viaggi migratori. La maggior parte
di queste specie, secondo l
’associazione Gepec-EdC, sono protette e a rischio di estinzione. L’Ong ha chiesto una modifica delle piattaforme dell’alta tensione “per evitare nuove folgorazioni”, sottolineando che è possibile farlo con metodi “tecnicamente facili da impiantare e sostenibili economicamente”.
Tra cinque anni mappa completa del genoma degli uccelli
Mappare il genoma di tutte le specie di uccelli esistenti entro i prossimi
cinque anni:
è questo l’ambizioso programma dell’Avian Phylogenomics Consortium, che ne dà notizia sulle pagine di Nature. Il progetto B10K (Bird 10.000 genomes) sarà il primo a tentare di sequenziare il genoma di tutte le specie viventi di una
classe vertebrati e si basa sul successo di un precedente programma, che si
è concluso alla fine dello scorso anno. Con quella ricerca, che ha portato a
termine il sequenziamento del genoma di 48 specie, il consorzio ha dimostrato
che
è possibile realizzare il sequenziamento su larga scala di molte specie di una
classe di vertebrati, risolvendo gran parte della controversa storia
filogenetica degli uccelli moderni. I nuovi dati permetteranno di completare in
dettaglio
“l’albero della vita” della classe, fornendo inoltre informazioni utili anche in altri ambiti. Gli
uccelli, infatti, sono molto usati come modelli per gli studi sulla genetica
delle popolazioni, la neurobiologia, lo sviluppo e la conservazione degli
animali. In particolare, lo studio migliorer
à la comprensione dei rapporti fra geni, tratti morfologici, fisiologici,
ecologici e comportamentali di tutte le specie: un tipo di rapporti molto
difficile da studiare in altri animali, ma di grande interesse per molte
discipline, dalla biologia, all
’ecologia fino alla medicina. Con circa 10.500 specie viventi, suddivise in 34
ordini, 240 famiglie e 2250 generi, gli uccelli sono la classe di vertebrati
terrestri pi
ù ampia, con specie diffuse nella stragrande maggioranza dei biomi terrestri e
acquatici del pianeta. Non a caso, fu proprio la straordinaria variet
à di fringuelli delle Galapagos scoperti durante il viaggio del HMS Beagle a dare
al pensiero di Darwin un impulso decisivo per l
’elaborazione della teoria dell’evoluzione, al cui sviluppo contribuirono poi i suoi studi sui piccioni
domestici. Lo studio degli uccelli ha avuto un ruolo decisivo anche nell
’elaborazione della biogeografia di Alfred Russel Wallace, nella cosiddetta
sintesi moderna di Ernst Mayr della teoria dell
’evoluzione, nella biogeografia insulare di Robert MacArthur e E.O. Wilson, nell’etologia di Konrad Lorenz e Nikolaas Tinbergen, e nella teoria della parentela
di W.D. Hamilton.
25mln uccelli all’anno uccisi illegalmente nel Mediterraneo
Nel Mediterraneo ogni anno vengono uccisi illegalmente 25 milioni di uccelli
selvatici. La stima
è di Birdlife International, secondo cui il primato negativo va all’Egitto, con 5,7 milioni di uccisioni. L’Italia è seconda, e prima in Europa, con 5,6 milioni di volatili cacciati illegalmente.
Doppiette, reti e trappole che incollano gli uccelli ai rami fanno come prima
vittima il fringuello (2,9 mln di esemplari), seguito da capinera (1,8 mln),
quaglia (1,6 mln) e tordo bottaccio (1,2 mln). L
’associazione ambientalista ha stilato una classifica delle prime dieci nazioni
mediterranee per numero di uccisioni illegali di volatili, che insieme
raggiungono i 22.600 esemplari cacciati. A primeggiare sono i Paesi teatro di
conflitti come Egitto, Siria (3,9 milioni di uccelli all
’anno) e Libia (500mila). Numeri rilevanti anche in Libano (2,6 milioni). Tra le
nazioni europee, in top ten oltre all
’Italia figurano Cipro (2,3 milioni), Grecia (700mila), Francia (500mila),
Croazia (500mila) e Albania (300mila). Malta ha la pi
ù alta densità di uccisioni, pari a 343 per km quadrato contro le 19 dell’Italia, mentre la città cipriota di Famagosta spicca con 689mila uccisioni annue. In Italia le aree più ‘calde’ sono il Sulcis con 125 mila uccelli cacciati illegalmente, il bresciano
(112mila) e il delta del Po (84mila). Stando allo studio scientifico, che oggi
viene anticipato in occasione del British Birdwatch Fair in attesa della sua
pubblicazione integrale, delle 348 specie di uccelli che sorvolano i cieli del
Belpaese, il 43% viene cacciato illegalmente in numero significativo. Birdlife
non nasconde una posizione critica nei confronti delle istituzioni europee. La
direttiva Uccelli, attualmente all
’esame della Commissione Ue, “dovrebbe essere implementata meglio, piuttosto che riaperta”, dichiara l’associazione. “Alcune specie un tempo abbondanti in Europa sono oggi in declino. I nostri
uccelli meritano rotte pi
ù sicure. Per questo - ha detto il Ceo di Birdlife International, Patricia Zurita
- vogliamo che gli sforzi per la conservazione siano aumentati ora, prima che
sia troppo tardi
”.
I bluebirds urlano per adattarsi all’inquinamento acustico
I bluebirds “urlano” per essere ascoltati oltre il rumore prodotto dagli esseri umani, secondo una
nuova ricerca. Questi turdidi che vivono in America alterano i loro canti non
appena i livelli di rumore si intensificano, come ad esempio nel traffico, e
fanno aggiustamenti
“in tempo reale”. I risultati di uno studio suggeriscono che gli uccelli sono in grado di
percepire gli aumenti di rumore e di rispondere di conseguenza, non
diversamente dagli esseri umani negli ambienti chiassosi. Il dottor Caitlin
Kight, un ecologista comportamentale che lavora all
’Università di Exeter, in Inghilterra, ha detto che la ricerca potrebbe contribuire a
migliorare la comprensione dei vincoli ambientali sulla comunicazione animale,
cos
ì come migliorare la consapevolezza di quali tipi di cambiamenti dell’uomo possono avere un impatto sugli animali e, ancora, come gli esseri umani
potrebbero ridurre gli eventuali effetti negativi di questi disturbi.
“Anche se molti regimi del rumore di origine umana sono spesso molto diversi da
quelli che si trovano in natura, ci possono essere sorprendenti analogie in
alcune funzioni, tra cui il volume, il tono o i tempi
”, ha detto il dottor Kight, che ha condotto lo studio. “Il rumore causato dal traffico, per esempio, non può essere estremamente diverso - ha aggiunto - da quello prodotto dalle cascate o
dal vento forte. Gli animali che si sono evoluti in habitat con talune
caratteristiche naturali potrebbero quindi gi
à avere nei loro repertori comportamentali la flessibilità necessaria per rispondere all’inquinamento acustico. Certamente - ha concluso - questo sembra essere il caso
dei bluebirds
”.
Roma, fenicottero rosa a spasso per i Parioli: ora è al Bioparco
Se ne andava in giro indisturbato per le strade dei Parioli. Alle 21 di domenica
23 agosto e dopo una segnalazione arrivata alla centrale operativa una
pattuglia dei vigili ha individuato in via Siacci il fenicottero rosa che si
aggirava spaventato tra le auto, tentando di riprendere il volo. Scesi dall
’auto e bloccato il traffico, i due vigili hanno tenuto sotto osservazione il
volatile cercando di tranquillizzarlo in attesa degli operatori del Bioparco,
allertati sempre dalla centrale operativa; visto che il fenicottero tentava di
riprendere il volo senza successo, per evitare problemi di incolumit
à al fenicottero e traffico in tilt, gli agenti sono stati costretti a bloccarlo,
nonostante il volatile
, spaventato dall’iniziativa, si difendesse a colpi di becco (durante l’attesa, un piccolo ingorgo di auto e un capannello di persone con bambini ha
assistito alla scena, scattando foto).
Poco dopo gli operatori del bioparco sono arrivati sul luogo e hanno preso in
consegna il fenicottero. Il grosso uccello
è stato messo in sicurezza, rifocillato e adesso si trova in ottima salute. I
vigili hanno in seguito continuato a pattugliare l
’area, perché erano giunte in centrale altre segnalazioni di volatili che si aggiravano nella
zona, anche se le ricerche sulle strade hanno alla fine dato esito negativo.
Ciociaria, operaio ruba in un ristorante un pappagallo da 5000 euro
Era stato rubato in un ristorante di Castrocielo e da marzo, non se ne era
saputo pi
ù nulla. Il pappagallo, un’Ara ararauna, sembrava scomparso nel nulla. I carabinieri però, perquisendo la casa di un operaio di Cassino, hanno raccolto indizi che li
hanno condotti fino a Giugliano, in Campania.
È stato lì, in un appartamento utilizzato dall’operaio di Cassino, che è stato ritrovato l’uccello del valore di circa cinquemila euro. Il ladro è stato denunciato e il pappagallo è tornato al suo padrone.
I pappagalli cacatua fanno ragionamenti
Anche i pappagalli sono in grado di concludere ragionamenti: lo sostiene uno
studio dell
’università di Vienna, che ha messo alla prova esemplari di cacatua, uccelli originari dell’Indonesia e conosciuti per la loro curiosità e le spiccate capacità cognitive. Gli uccelli sono stati sottoposti ad una serie di test con delle
immagini su un touchscreen. I pappagalli dovevano associare la figura che
appariva ad un premio che ricevevano subito dopo aver toccato la figura; al
contrario, l
’immagine accanto sullo schermo non portava invece nessuna ricompensa. Durante il
training, la figura che non faceva guadagnare alcun premio ai pennuti veniva
sostituita con una figura nuova. In una serie di test successivi, i ricercatori
hanno presentato agli uccelli varie combinazioni di figure nuove e altre gi
à conosciute, che portavano o meno la ricompensa. Secondo gli studiosi, i
pappagalli sono stati in grado di fare la scelta giusta attraverso un processo
di inferenza per esclusione. In pratica, davanti ad una serie di scelte
possibili, sono riusciti a dedurre quale fosse quella giusta escludendo le
opzioni errate.
“Più di metà dei nostri cacatua - ha spiegato Mark O’Hara, ricercatore impegnato nell’esperimento - scelgono le immagini in un modo che identifica chiaramente la loro
capacit
à di inferire attraverso l’esclusione”. “Ma anche strategie alternative hanno svolto un ruolo importante nel guidare le
loro scelte
”. Lo studio è stato pubblicato su
PlosOne.
Picchio mimetico, imita ‘cugini’ più forti
Cercare di apparire per ciò che non si è risulta frequente tra gli esseri umani. Per sembrare più duro, ad esempio, un uomo può rasare i capelli e indossare un giubbotto di pelle. Questo comportamento,
tuttavia, interessa anche gli animali, nella fattispecie un piccolo picchio
sudamericano, che per avere vita pi
ù facile nella foresta atlantica ha assunto l’aspetto di lontani ‘cugini’ più grandi e aggressivi. Il mimetismo visivo sta consentendo al timido picchio
crestato di condividere le foreste, e il cibo, con il picchio robusto e il
picchio lineato, due specie pi
ù grandi che, ingannate dalla somiglianza, non si mostrano aggressive e non lo
allontanano. Ad essere tratti in inganno, per molti anni, sono stati anche gli
scienziati, che hanno inserito le specie nello stesso genere. L
’analisi del Dna, tuttavia, ha consentito di stabilire la verità: il picchio crestato è solo un lontano parente dei volatili più grandi, ma “con una notevole somiglianza nel piumaggio”, spiega l’ornitologo Mark Robbins dell’Istituto di biodiversità dell’università del Kansas. Con la scoperta, lo studioso punta non solo a fare ordine nella
classificazione scientifica, ma anche ad accendere i riflettori su un problema
di conservazione: l
’intensa attività agricola nella foresta atlantica mette a rischio la sopravvivenza del picchio
crestato, che oggi si trova solo nel sudest del Brasile, nel Paraguay orientale
e nell
’estremo nord dell’Argentina. “La popolazione di questo uccello si è ridotta in modo considerevole a causa della deforestazione” che ha fatto posto a coltivazioni di soia e girasole. “Per questo sta imitando specie più grandi e aggressive”.
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