Unione Italiana Ornitofili
NEWS UIO Ottobre 2015

Ischia, cardellini in gabbia: denunciato

Nella mattinata del 2 ottobre i carabinieri della Stazione di Forio, con la collaborazione di Volontari ENPA, nel corso di specifiche attivit à di monitoraggio relative ad illeciti in materia di protezione Animali, hanno denunciato all ’autorità giudiziaria, in quanto responsabile di violazione delle norme venatorie, maltrattamento di Animali e detenzione di fauna particolarmente protetta, il 51 enne S.P., napoletano. L ’uomo nel corso di un controllo presso il proprio esercizio commerciale, veniva trovato in possesso di una gabbia con all ’interno tre cardellini, uno dei quali con l’ala sinistra rotta, rientranti nelle specie selvatiche particolarmente protetta. La fauna è stata sottoposta a sequestro e dell’accaduto è stata informata l’autorità giudiziaria.


Gli Usa piangono Ozzie, aquila innamorata

Un dramma dalle tinte shakespeariane si è consumato nei cieli della Florida. E ha scosso l’America. Un’intera nazione che adesso piange per Ozzie, un imponente aquila reale, star del web e simbolo dei valori tradizionali della famiglia, morto in un duello con un rivale d ’amore. Che s’era intromesso nella sua storia più che ventennale con Harriet, compagna e madre della sua numerosa prole. Una storia che sembrava quella dei film. Ripresa prima dalla famiglia Pritchett, appassionata da sempre di ornitologia, poi dalla Southwest Florida Eagle Cam, che seguiva le gesta della coppia 24 ore su 24. E mentre il loro amore si consolidava, cos ì anche la loro popolarità: 40 milioni di telespettatori appassionati, 92mila “mi piace” su Facebook, il titolo di “coppia più celebrata della regione”. Ma, come in ogni film che si rispetti, doveva esserci anche il momento di crisi. Che ha coinciso con l ’arrivo di un’altra aquila reale, entrata nei favori di Harriet quando Ozzie era ricoverato in un centro di cura per rapaci a causa di una grave infezione batterica. E, quindi, lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Anche per le aquile. Fino a quando Ozzie, di ritorno dalla clinica, ha sfidato in duello il rivale per salvare il suo onore. Una scelta che si è rivelata l’ultima. Ozzie, infatti, è morto a seguito delle ferite riportate in battaglia. E ora l’America piange il suo eroe, portatore di quei “forti valori familiari” che tanto hanno fatto grande il Nuovo Mondo.


USA, rischia la vita nel traffico per salvare un picchio

Una coppia stava guidando lungo l’autostrada 61 in Minnesota (Stati Uniti) quando ha notato un animale che alzava la testa rimanendo disteso sull ’asfalto. Nonostante le auto, camion e suv sfrecciassero senza rallentare, l’uomo ha deciso di fermare la sua auto e rischiare la sua vita per recuperare quell ’animale. Derek, questo il suo nome, ha dovuto fare un vero e proprio slalom fra i veicoli per intervenire e salvare l ’animale che, quando è arrivato sul posto, ha scoperto essere un picchio totalmente immobile per la paura. L ’uomo e la sua compagna Kristen hanno portato l’uccello nel centro ornitologico più vicino ricevendo una buona notizia: nonostante l’accaduto, il picchio stava bene, ma era esausto per via dello spavento. «Non ha riportato fratture evidenti e potrebbe muovere le ali e le zampe - scrive su Facebook il centro Wildwoods che lo ha in cura. - Per ò era in stato letargico. Abbiamo deciso di somministrargli dei fluidi ricostituenti e degli anti-infiammatori e poi l ’abbiamo messo in posto tranquillo per riposare». In poche ore l’uccello si è ripreso. «Proveremo presto a farlo volare e, quando sarò pronto, lo rimetteremo in libertà nel suo territorio. Intanto vogliamo ringraziare Derek e Kristen per aver salvato la vita di quel bellissimo esemplare ».




Benessere degli animali esposti a fiere e mercati: una guida FAO

La FAO ha diffuso la Guida alle migliori pratiche di benessere animale nei mercati di animali realizzata dalla European Association of Livestock Markets (AEMB) in collaborazione con Animals ’ Angels. La pubblicazione è destinata agli operatori e al personale di fiere e mercati, dove gli animali possono essere esposti a fattori di stress, quali le modalit à gestionali, l’estraneità all’ambiente, la presenza di persone, rumori e odori e alla compresenza di altri animali. Le linee guida hanno lo scopo di ridurre al minimo i fattori di stress, incoraggiando una gestione favorevole al benessere animale, con accorgimenti gestionali e di prevenzione di possibili eventi sfavorevoli. Vengono inoltre veicolate raccomandazioni per la cura e il trattamento di animali malati o feriti. La Guida comprende anche una disamina degli aspetti strutturali e organizzativi di fiere e mercati, incluse le procedure di utilizzo delle stesse, le fasi di trasporto e di movimentazione degli animali e le esigenze informative e formative connesse agli scopi. Fra questi, agevolare l ’accesso ai mercati alle autorità veterinarie. Nella sua prefazione, Andrea Gavinelli, Responsabile dell’Unità Benessere Animale della DGSanco,  scrive che la  Commissione europea “accoglie con favore iniziative come questa in cui la collaborazione tra diversi soggetti interessati contribuisce all ’attuazione delle norme UE”. La Guida, inoltre, è “uno strumento pratico per evidenziare e risolvere i punti critici che possono presentarsi nel lavoro quotidiano dei mercati di bestiame ”, che - sottolinea Gavinelli- “hanno un ruolo importante in molti paesi in Europa”. Apprezzate molte soluzioni proposte dagli estensori della Guida (“watering facilities” e “hospital pens”) che permettono per facilità e semplicità  un adeguato benessere animale.




Bergamo, sequestrati 200 archetti per uccellagione, liberati  pettirossi e tordi

A seguito di predisposta attività anti-uccellagione del Comando Provinciale di Bergamo, il personale del Comando Stazione di Gromo (BG), durante il servizio di controllo del territorio ha proceduto a sequestrare n. 200 “archetti” per uccellagione di fattura artigianale già posizionati e caricati allo scopo. L’area interessata alla migrazione in atto è quella in località Valcanale in zona impervia a 1500mt di altitudine. Oltre agli “archetti” è stato sequestrato altro materiale con certa finalità di uccellagione: roncola, avvitatore elettrico, corde  ed una busta contenente il noto “sorbo degli uccellatori”, elemento determinante di attrattività per gli uccelli. Dopo appostamento finalizzato a sorprendere il reo/i tuttora ignoto/i nell ’ atto  del recupero animali , il personale del Corpo Forestale dello Stato decideva di  intervenire rimuovendo i marchingegni in quanto era in atto un forte   passaggio migratorio e derivata uccisione di animali. Liberati in natura 20 uccelli tra Pettirossi e Tordo Sassello in quanto erano in buone condizioni di salute; 5 uccelli gi à morti venivano sequestrati.




Il cigno orfano adottato dalle papere in un lago polacco

La fiaba del brutto anatroccolo è diventata realtà: in Polonia, un giovane cigno orfano è stato adottato da una famiglia di papere. Grazie a loro, l’anatroccolo grigio è diventato un cigno adulto ed è considerato come una mascotte dai pescatori della zona. Il fotografo polacco Sebastian Luczywo ha incontrato il piccolo anatroccolo questa primavera, mentre si aggirava da solo vicino a un laghetto. Una stranezza: in quella zona, di solito, i cigni si fermano solo per poche settimane, per riprodursi e svezzare la prole.  Sono stati i pescatori della zona a raccontargli la storia dell’anatroccolo: i suoi fratellini e le sue sorelline erano stati uccisi tempo prima da un predatore, e poco dopo la mamma lo aveva abbandonato. Ma lo sfortunato cucciolo è stato accolto da una famiglia di papere che, da allora, lo hanno aiutato a sopravvivere. Il cigno è considerato come un piccolo eroe dalla comunità locale, che gli ha dato diversi soprannomi: Stefek, Gucio, Neck, Pallina. Ormai non è più un cucciolo, ma un esemplare quasi adulto e del tutto indipendente. Con l’inverno in arrivo, i pescatori della zona sono già in allerta per assicurarsi che non soffra la fame. «Senza di lui il laghetto non sarebbe più lo stesso, speriamo tutti che sopravviva alla stagione più fredda», commenta Sebastian Luczywo.  




Il grifone Kronos, in volo dal Friuli alla Corsica

Solcare un lungo tratto di mare non è un’attività tipica di un grifone: non soffia nessuna corrente termica ascensionale che permetta di percorrere lunghe distanze, planare e risparmiare energie. Ma non per Kronos. Il grifone di sei mesi, rilasciato in Friuli Venezia Giulia lo scorso 1 settembre, ha attraversato mezza Italia verso occidente, ha solcato il Mar Tirreno percorrendo 100 km nel tratto pi ù breve ed è stato ritrovato in Corsica. E mentre Kronos viaggiava, lo staff del Parco Natura Viva di Bussolengo e quello della Riserva Naturale Regionale del lago di Cornino temevano il peggio. ‘’La radiotrasmittente che avevamo applicato sulla schiena di Kronos ha cominciato a dare il segnale di mortalit à il 12 settembre sulle Prealpi nei pressi di Bergamo, precisamente nel giardino di un ’abitazione’‘, spiega Fulvio Genero, responsabile scientifico del progetto ‘’Grifoni Osservati Speciali’‘, sostenuto dal Parco Natura Viva di Bussolengo come zoo capofila di Uiza, l’Unione Italiana Zoo e Acquari. L’apparecchio insomma non registrava più nessun movimento, ma alla fine di settembre si è scoperto che la radiotrasmittente si era sfilata dalla schiena di Kronos cadendo sul tetto della casa. Persa la radio, a Kronos rimaneva l ’anello identificativo con la sigla F65. d è stato grazie all’anello che Kronos è stato ritrovato. La telefonata è arrivata alla Riserva Naturale del Lago di Cornino due giorni fa: Kronos è stato avvistato mentre era intento a cibarsi di una pecora morta il 5 ottobre dal sindaco di Belgodere, un paesino sulla costa nord della Corsica. Il giorno dopo è stato catturato dall’associazione “Conservatoire d’espaces naturels de Corse”, visitato e rilasciato. Era in buona salute, un po’ stanco, ma non magro. ‘’Ha dell’incredibile che un esemplare così giovane rimanga oltre un mese da solo in un ambiente totalmente sconosciuto riuscendo a trovare cibo autonomamente. E che percorra distanze cos ì lunghe per le quali è necessaria grande esperienza e dispendio di energie. In Corsica la vita non è facile, non ci sono grifoni e il cibo è scarso. E’ facile pensare che potrà unirsi alla colonia di grifoni che vive in Sardegna’‘, conclude Fulvio Genero.




Morta aquila reale impallinata nel Modenese

È morta l’aquila reale trovata i primi di ottobre da un cacciatore in un bosco nella zona di S.Giacomo di Zocca ormai stremata e in cattivo stato di salute, dopo che era stata impallinata da un altro cacciatore, diversi giorni prima. Il rapace era stato curato dai veterinari del Centro Il Pettirosso di Modena. Erano stati i veterinari a scoprire oltre una decina di ferite provocate da pallini. La fucilata era stata quasi sicuramente volontaria. La Polizia provinciale ha avviato indagini.




Il pappagallo ara è la mascotte di Ecomondo 2015

‘Ecomondo’ ha scelto la sua mascotte per il 2015: il Pappagallo Ara (Ara Chloropterus). Da dieci anni il salone dedicato alla green economy si associa ad una specie animale in via di estinzione. L ’animale, rappresentato dall’opera del professor Luciano Morselli - a lungo presidente del Comitato Scientifico della manifestazione - è anche un gadget per i visitatori, in alluminio riciclato. Il salone è in programma a Rimini Fiera dal 3 al 6 novembre.




Pavia, cicogna bianca impallinata e uccisa da bracconieri

Una cicogna bianca è stata uccisa con un fucile da caccia nel territorio del Comune di Torre d’Isola (Pv), dove l’animale è stato trovato in un fosso, gravemente ferito, da un giovane. Il gesto criminale è stato commesso due giorni fa. Lo rende noto la Lipu-BirdLife Italia, intervenuta sul posto dopo esser stata avvisata dai Vigili del Fuoco, che hanno aiutato nel recupero dello sfortunato volatile. La cicogna è stata in seguito portata dai volontari Lipu di Pavia al Centro recupero Lipu La Fagiana di Pontevecchio di Magenta, dove per ò è deceduta a causa delle gravi ferite riportate. La radiografia effettuata dallo staff del Centro Lipu, struttura che ricovera 1.000 animali selvatici ogni anno, non lascia dubbi: i pallini hanno colpito la cicogna in tutto il corpo, senza risparmiare alcun organo: collo, zampe, addome, ventre e ali. “Un fatto gravissimo e criminale, che colpisce una specie simbolo benvoluta da tutti, e che negli ultimi decenni ha ripreso a nidificare in Italia dopo secoli di assenza – attacca Fulvio Mamone Capria , presidente Lipu – Ora si svolgano le indagini e si individui il bracconiere che ha compiuto questo folle gesto. “Certamente – prosegue - non possiamo non pensare che l’indebolimento della vigilanza ambientale perseguito dal Governo Renzi, che ha voluto cancellare il Corpo forestale e portare a termine l ’eliminazione delle polizie provinciali, favorisca l’aumento del bracconaggio, reato sanzionato anche blandamente dallo Stato. Un doppio colpo che, in assenza di correttivi, porter à l’Italia indietro di 30 anni rispetto ai risultati faticosamente raggiunti nella tutela della fauna selvatica ”. Estinta come nidificante in Italia fino a fine anni Cinquanta, la cicogna bianca ha ricominciato dagli anni Sessanta a nidificare e, anche grazie a progetti di reintroduzione promossi da Lipu, ha visto crescere la popolazione nei decenni successivi fino ad arrivare alle attuali 285 coppie nidificanti.




Gravina, liberato falco di palude impallinato dai cacciatori

Un esemplare femmina di falco di palude, trovato ferito da due agenti della Polizia alla periferia di Gravina in Puglia (Bari), è tornato in libertà nella riserva naturale di San Giuliano, nei pressi di Matera, dopo tre settimane di cure nel Centro recupero animali selvatici della provincia di Matera. Lo hanno annunciato dirigenti dello stesso Cras e della Lipu di Gravina. Il falco era stato colpito da otto pallini di piombo di una cartuccia sparata da un bracconiere, che avevano determinato una frattura dell ’ulna, “completamente recuperata”, ha spiegato Olimpia Lai, docente di tossicologia veterinaria nell’Università di Bari. Prima della liberazione nell’oasi di San Giuliano, il falco à stato dotato di un anello che fornirà “utili informazioni sui suoi spostamenti”.




Eboli, abbattuto un raro esemplare di occhione

Un raro esemplare di occhione (Burhinus oedicnemus) è stato abbattuto domenica 11 ottobre  poco prima dell’alba nella zona di Eboli (Sa). La scoperta è stata fatta dalle guardie della Protezione Animali di Salerno. Non è stato però possibile individuare l’autore del gesto. Il passo migratorio di Tordi e Allodole verso le zone di svernamento è in piena attività e i cacciatori approfittano del periodo. Almeno trenta quelli che sono stati controllati e alcuni di essi sono stati sanzionati amministrativamente per omissione delle dovute prescrizioni sul tesserino regionale.




Vicenza, denunciato bracconiere colto a cacciare con reti abusive

Al termine di un’operazione congiunta tra le Polizie Provinciali di Vicenza e Verona un 57enne è stato denunciato per bracconaggio. L’uomo già denunciato lo scorso anno per uccellagione con le reti, è stato sorpreso ancora con reti abusive all’interno del parco della Lessinia a pochi metri dalla provincia di Vicenza. Il cacciatore è stato bloccato poco dopo aver ucciso, schiacciandogli la testa tra le dita, un uccello di una specie protetta prelevato dalla rete. Nel carniere sono stati rinvenuti due esemplari di fringuelli ed una pispola, tutti uccisi con il fucile. Il cacciatore deve ora rispondere di una lunga serie di reati , primo tra tutti quello di essere sprovvisto di porto d’armi, essendo la sua licenza sospesa. A questo si aggiungono caccia privo di licenza regionale in area protetta in quanto parco, furto venatorio, abbattimento di specie protette e maltrattamento di animali.




Napoli, 133 cardellini in gabbie senza luce ed aria: liberati

Ben 133 cardellini erano catturati illegalmente e tenuti in gabbie metalliche all ’interno di un box auto, con scarsa luce e aria. Li hanno scoperti e liberati i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Poggioreale durante un servizio organizzato per contrastare l ’illecita detenzione di volatili di specie protetta effettuato in collaborazione con guardie zoofile dell ’ente mediterraneo protezione animali. Il rinvenimento ha portato alla denuncia in stato di libert à del proprietario 54enne del box auto, pertinenza della sua abitazione: i volatili sono stati subito dopo liberati allo scopo di far cessare le sofferenze causate dalla detenzione in cattivit à.




Via libera in senato: biodiversità, quali razze salvare e perché?

Approvata in Senato la legge sulla biodiversità. Nasce l’allevatore “custode” per preservare le risorse genetiche di razze “autoctone” e poco allevate. Obiettivo? Soddisfare la domanda del mercato, sostenere l’economia locale e adattarsi ai mutamenti dei processi produttivi.  Ma quali sono le razze da salvare? Una Linea guida.  Il provvedimento votato a Palazzo Madama, e ora al vaglio di Montecitorio, tutela e valorizza la “biodiversità di interesse agricolo e alimentare”. Animali compresi. Verrà quindi creata una Anagrafe nazionale della biodiversità, nella quale saranno elencate tutte le risorse genetiche locali di origine “vegetale, animale o microbica soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica ”. Per «risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario » si intende materiale genetico “avente un valore effettivo o potenziale per l’alimentazione e per l’agricoltura”. Alla fonte della legge votata in Senato ci sono le Linee guida nazionali per la conservazione in situ, on farm ed ex situ della biodiversit à vegetale, animale e microbica di interesse agrario. Le Linee guida sono uno strumento standard per la conservazione e la caratterizzazione di specie, variet à e razze locali.

Quali sono le razze da salvare? Per quanto riguarda gli strumenti di descrizione e di identificazione delle razze, le suddette Linee guida fanno riferimento - per quelle riconosciute e iscritte - agli standard presenti nei Libri Genealogici e nei Registri Anagrafici.  Per il riconoscimento delle popolazioni presenti sul territorio nazionale non ascrivibili a razze definite, nelle linee guida viene proposto l ’uso di descrittori sia morfologici che molecolari. Oltre all’uso dei descrittori morfologici, le linee guida suggeriscono anche la ricerca di informazioni di carattere culturale, demografico e geografico per completare la descrizione della risorsa genetica in esame. Il nuovo approccio alla conservazione delle risorse genetiche animali parte dal presupposto fondamentale che, per impostare una politica nazionale di salvaguardia delle risorse genetiche animali e per l ’avvio di nuovi progetti di conservazione, sia innanzitutto necessario realizzare una banca dati delle razze autoctone e definire con precisione uno o pi ù obiettivi di conservazione specifici per ciascuna razza in base al loro grado di minaccia e alle loro caratteristiche.

La strategia della massima utilità La nuova strategia  richiede un’apposita “funzione dei costi” che consideri sia il costo di , ovvero il rapporto tra costi marginali e ritorni marginali in termini di “diversità” delle attività di conservazione intraprese che il ritorno marginale in termini di “utilità” economica, ambientale, scientifica, sociale o culturale derivante dall’allevamento delle razze locali. Dal punto di vista concettuale e sistematico, l’adozione di questa strategia di conservazione (detta “strategia della massima utilità”) è senz’altro la più indicata per le future scelte delle razze da conservare.

Priorità di conservazione La scelta delle razze meritevoli di salvaguardia avviene innanzitutto attraverso la conoscenza del loro grado di rischio; è infatti sottinteso che il fine ultimo di ogni programma di conservazione sia l’arresto delle estinzioni. La “strategia della massima utilità” è senz’altro la risposta più efficace anche in termini di allocazione delle risorse umane e finanziarie disponibili, che in futuro saranno presumibilmente sempre pi ù scarse. Lo  stato di rischio continuerà ad essere il primo e più importante parametro da considerare nella scelta delle razze da salvaguardare, ma ad esso  dovrà necessariamente affiancarsi una differenziazione di obiettivi di conservazione in funzione delle caratteristiche intrinseche di ogni razza. E ’ solo in base ad esse, infatti, che è possibile individuare quali razze siano “prioritarie” per un determinato obiettivo di conservazione.

Una banca nazionale del germoplasma animale Le Linee guida  non trascurano l’esigenza di una banca del germoplasma animale, ovvero il “back up” delle popolazioni conservate in vivo in caso di sopraggiunti problemi genetici, la ricostruzione di razze estinte o allo stato di reliquia, la creazione di nuove linee/razze in caso di  estinzione, il riorientamento dell’evoluzione o della selezione di una popolazione, la ricerca
e la sperimentazione.

Allevatore custode Le legge introduce la figura dell’allevatore custode. Sono  «allevatori custodi» gli allevatori che si impegnano nella conservazione, nell’ambito dell’azienda agricola ovvero in situ, di risorse genetiche animali locali soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica. Le modalit à sono quelle previste dai disciplinari per la tenuta dei libri genealogici o dei registri anagrafici.

Un Fondo ad hoc Oltre all’Anagrafe, il sistema nazionale per la tutela della biodiversità si avvale dei seguenti strumenti operativi: un Comitato permanente, che garantisce il coordinamento delle azioni tra i diversi livelli di governo; la Rete nazionale, che si occuper à di preservare le risorse genetiche locali; il Portale nazionale, composto da un sistema di banche dati contenenti le risorse genetiche presenti su tutto il territorio italiano. La legge prevede l ’avvio di un Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e istituisce un Fondo di tutela per sostenere le azioni degli agricoltori.




Mercato di Ballarò, nuovo intervento della polizia

Domenica scorsa, 25 ottobre, a seguito di una chiamata al 113 riguardante la vendita di fauna selvatica protetta all ’interno del mercato di Ballarò, sono accorsi gli agenti della Polizia di Stato, appartenenti all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, sequestrando undici gabbie con 65 cardellini e un falco, e denunciando due persone. Gli animali sono stati poi consegnati al Centro Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza, tramite il Distaccamento Forestale di Palermo Falde. La Lipu ha inviato una lettera di ringraziamento alla Polizia di Stato per l ’ottimo intervento effettuato domenica scorsa, ricordando però che tale vendita illecita di avifauna selvatica avviene ogni domenica mattina, fin dalle prime ore di luce. “La nostra richiesta è che siano effettuati nuovi interventi costanti e duraturi, in modo da confinare il problema del bracconaggio e vendita illegale di fauna. ” Dichiara Giovanni Cumbo, delegato Lipu Palermo. Un importante risultato, quello di domenica scorsa, in un luogo, quello del mercato di Ballar ò, dove gli uccellatori continuavano le loro attività illecite ormai da troppo tempo. L’ultimo blitz al mercato degli uccellatori, infatti, risaliva soltanto al 18 gennaio scorso. Rapaci, ma anche cardellini, verzellini, fanelli e pettirossi sono tutte specie protette, la cui popolazione rischia di diminuire considerevolmente. Per arginare il fenomeno del bracconaggio, la Lipu propone di procedere, come avviene in altri posti, alle perquisizioni domiciliari , oltre che al sequestro dei mezzi utilizzati a commettere l’illecito, come ad esempio l’automobile con la quale si trasportano e spesso si espongono gli esemplari di fauna selvatica. Sarebbe utile, infine, individuare i luoghi dove sono detenuti i fringillidi, poich é sicuramente solo una parte degli animali è venduta in piazza, la restante è commercializzata con altri metodi.




Pozzallo (RG), sequestrati mille uccellini in partenza per Malta

La Guardia di Finanza di Ragusa ha sequestrato a Pozzallo (Rg) mille uccelli, alcuni di specie protette, che erano in un ’auto guidata da un calabrese di 56 anni diretto a Malta. Il conducente non aveva alcuna documentazione attestante sui volatili e il veterinario ha attestato l ’appartenenza degli esemplari a specie protette quali fringillidi come cardellini e verdoni. Il conducente è stato denunciato per maltrattamento di animali oltre che per detenzione e trasporto illegale di esemplari volatili appartenenti a fauna protetta. L ’autovettura utilizzata per il trasporto è stata sequestrata.




Antibracconaggio: conclusa l’operazione “pettirosso” nelle valli del bresciano

Si è conclusa l’Operazione Pettirosso, nell’ambito della quale il Corpo Forestale dello Stato ha condotto per circa un mese tra le valli del Bresciano (Val Trompia, Val Sabbia, Val Camonica) una proficua ed intensa attivit à antibracconaggio a tutela dell’avifauna (in particolare passeriformi) protetta dalla normativa comunitaria e nazionale. L ’operazione è stata articolata in due turni, in ciascuno dei quali una task force di 24 unità del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) del Corpo forestale dello Stato ha operato  al fine di contrastare le condotte illecite in ambito venatorio. Sono state complessivamente 119 le persone denunciate: tra le ipotesi di reato segnalate alla competente autorit à giudiziaria il furto aggravato in danno dello Stato, cosiddetto “venatorio”, la caccia di specie protette attraverso l’utilizzo di mezzi non consentiti e la violazione della normativa sulle armi, tra cui l ’omessa custodia ed il porto abusivo di armi. Complessivamente sono stati sequestrati 1.049 esemplari di avifauna (includendo sia quelli vivi che quelli rinvenuti morti). Parte di quelli che sono stati trovati vivi dai Forestali sono stati liberati sul posto , mentre gli esemplari che non sono stati ritenuti idonei al volo sono stati affidati al “Centro Nazionale di Recupero Fauna Selvatica Il Pettirosso” per le cure necessarie al fine della loro successiva reintroduzione in natura. Tra gli esemplari vittime dei cacciatori un lungo elenco di specie: pettirossi, capinere, lucherini, frosoni, cince e altri ancora. Sotto stati posti sotto sequestro anche 57 fucili, 16 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, 134 reti, 497 trappole tipo “sepp” (tagliole in ferro con scatto a molla) e 310 archetti (micidiali trappole realizzate con ramoscelli curvati a ferro di cavallo che scattano al posarvisi dei volatili). Di notevole rilievo il contributo offerto dalle associazioni ambientaliste tra cui il Committee Against Bird Slaughter (CABS) i cui volontari si sono attivati senza sosta per la ricerca dei mezzi di cattura illeciti agevolando il personale del Nucleo Operativo Antibracconaggio nello svolgimento dei servizi d ’istituto.




Cambiamenti clima minacciano habitat uccelli alle Hawaii

Entro fine secolo decine di rare specie di uccelli che popolano le foreste delle Hawaii potrebbero non avere pi ù casa, con conseguente rischio estinzione. È quanto emerge da uno studio Usa pubblicato su Plos One secondo il quale ai cambiamenti climatici, in particolare all’aumento delle temperature, si potrà imputare la perdita di oltre la metà degli habitat di queste specie. La ricerca, guidata dallo U.S. Geological Survey, evidenzia che gli uccelli delle foreste hawaiane sono minacciate da diversi anni a causa della perdita dei loro habitat naturali e per la diffusione di malattie. Le popolazioni pi ù vulnerabili sono finora sopravvissute nelle foreste più alte dell’arcipelago, dove la vegetazione autoctona ancora persiste e dove le temperature pi ù fresche limitano la presenza di zanzare portatrici di infezioni come la malaria aviaria. Tuttavia gli scienziati spiegano che i cambiamenti globali del clima potrebbero far aumentare le temperature, consentendo una maggiore proliferazione di zanzare anche ad altitudini maggiori. Secondo le stime ad essere minacciate sono circa 20 specie di uccelli. Almeno 10 perderanno oltre la met à dei loro habitat.




SOS avvoltoi africani, quattro specie su undici sono in pericolo

Non solo elefanti e rinoceronti: in Africa rischiano grosso anche gli avvoltoi. Ben quattro delle undici specie di questi rapaci africani, è classificata da Birdlife International, come a rischio estinzione. Gli avvoltoi cadono vittime dei bracconieri, preoccupati che i loro voli in cielo richiami le guardie dei parchi, consapevoli della presenza di animali uccisi illegalmente. Oppure, e anche, muoiono per essersi nutriti di carcasse di animali avvelenati appositamente dai pastori per colpire i predatori. Inoltre vengono uccisi dai locali perch é parti del loro corpo è utilizzato nella medicina tradizionale. La fine degli avvoltoi sarebbe letale per l ’ecosistema africano. Mark Anderson di Birdlife International, spiega: “L’apparato digerente degli avvoltoi è molto acido e, tanto per dirne una, distrugge le spore di antrace che, altrimenti, potrebbero contaminare l ’ambiente. Gli avvoltoi sono importantissimi. E bisogna proteggerli”.




I cambiamenti climatici mettono in pericolo il pinguino reale

Le temperature più calde dell’Oceano Indiano stanno mettendo a rischio la sopravvivenza del pinguino reale. L’allarme viene da uno studio pubblicato su Nature Communications, che sottolinea come a causa delle conseguenze di El Nino e dei cambiamenti climatici questi animali sono costretti a coprire distanze sempre pi ù lunghe per procurarsi il cibo. I ricercatori hanno seguito gli spostamenti dei pinguini reali delle Isole Crozet, un arcipelago nell ’oceano Indiano meridionale, per 16 anni, dal 1994 al 2010. Durante i mesi estivi questi pinguini nuotano verso il fronte polare, l ’area dove l’aria calda dei tropici incontra quella fredda, una zona ricca di prede per questi uccelli. La distanza percorsa è rimasta invariata fino al 1997, data del maggiore episodio di El Nino mai registrato. In quell ’anno, proprio a causa del Nino, la temperatura dell’oceano è salita di un grado oltre la media, con conseguenze anche sul fronte polare, che si è spostato di 130 chilometri, allungando così non solo il viaggio di andata ma anche quello di ritorno. E oltre a dover coprire una distanza maggiore per procurarsi il cibo, questi uccelli dovevano anche tuffarsi pi ù in profondità. Non tutti i pinguini sono riusciti a sopravvivere ad un cambiamento così importante: in quell’anno la popolazione di pinguini delle Isole Crozet è diminuita del 34%.




Sequestrate nell’avellinese mezzi di cattura illeciti per uccellagione


Il personale del Comando Stazione Forestale di Cervinara (AV), ha rinvenuto varie trappole, in parte occultate da frascame, utilizzate per la pratica illecita dell ’uccellagione all’interno di un terreno agricolo privato ed incolto in località “Contrada Varco” nel comune di Rotondi. L’operazione è stata svolta in collaborazione con il personale della Stazione Carabinieri di Cervinara e del Comando della Polizia Municipale di Rotondi (AV), nel corso di controlli mirati alla protezione della fauna selvatica ed al contrasto al fenomeno del bracconaggio. La Forestale ha rinvenuto trentacinque cardellini appena catturati illecitamente, all ’interno di trappole e di una grossa rete metallica. Sono stati posti sotto sequestro tutti i mezzi di cattura illeciti quali gabbie, reti, richiami vivi, fili in fibra e corde e sono stati liberati gli uccellini catturati. Molti di questi animali risultava crudelmente legato ed utilizzato come richiami vivi. Nei pressi dei mezzi di cattura, inoltre, è stata trovata una vera e propria postazione fissa, mascherata da frascame, dalla quale, tramite un apposito seggiolino per seduta, si controllava la cattura dei preziosi fringillidi. Da ulteriori tracce ed accertamenti eseguiti nell ’immediatezza sul posto, sono state conseguite le fonti di prova utili per risalire all ’autore del reato. Le attività di contrasto al bracconaggio sull’intera provincia prosegue con maggiore impulso, visto il radicamento sul territorio del fenomeno illecito spesso accompagnato al reato di maltrattamento di animali.




Il pinguino Jingjing torna sempre dall’uomo che gli ha salvato la vita

La gratitudine e l’amore verso João Pereira De Souza, lo spinge a tornare sempre dall’uomo che gli ha salvato la vita. Un pinguino di Magellano di nome Jingjing quattro anni fa ha rischiato di morire a causa del petrolio che gli aveva ricoperto le ali di nero. Ma una muratore in pensione, Jo ão Pereira de Souza, passeggiando su una spiaggia brasiliana un giorno l’ha notato. Si è avvicinato a lui, e vedendolo in difficoltà l’ha portato a casa sua. «L’ho lavato e gli ho dato alcune sardine fresche - racconta João Pereira -. Ma dopo essermene preso cura e averlo aiutato a recuperare le forze, era arrivato il momento di fare la cosa pi ù giusta: lasciarlo libero». Così l’ex muratore è tornato sulla spiaggia del Brasile, e l’ha salutato. Gli ha detto: «Buon viaggio». Ma il pinguino no, questo viaggio non voleva proseguirlo senza il suo amico umano. Cos ì Jingjing ha scelto, e sceglie ogni anno, di tornare da João Pereira De Souza. Vive alcuni mesi in una colonia di pinguini in Patagonia, nella sua terra, e poi migra dalle calde acque della costa del Brasile, che dista migliaia di chilometri pi ù a nord, per raggiungere il suo amato De Souza. Un pescatore locale ha detto che nessuno da queste parti aveva mai visto qualcosa di simile: «L’animale parte per rispuntare sempre vicino alla stessa casa, quella dell’uomo che lo ha salvato - racconta -. E’ come se fossero sempre collegati». Il simpatico Jingjing è fedele al suo amico umano, ma è anche parecchio geloso di lui: non permette a nessun altro animale di avvicinarsi a Jo ão. Almeno in sua presenza.